Valentina Lo Mele*, Anita Quas*, Patrick Reichert**, Stefano Romito*

* Università degli Studi di Milano

** IMD Business School

Negli ultimi anni il mondo delle start-up sta vivendo una trasformazione cruciale, dovuta all’attenzione crescente verso l’impatto sociale e ambientale. Oggi, molte giovani aziende non mirano più soltanto al profitto ma vogliono contribuire positivamente alla società, promuovendo obiettivi che vanno dall’uguaglianza di genere alla lotta contro il cambiamento climatico.

Queste start-up “orientate all’impatto” affrontano maggiori difficoltà nell’accesso ai finanziamenti esterni, specialmente da parte di investitori con obiettivi puramente finanziari.

I fondi di venture capital (VC) rappresentano una fonte di finanziamento essenziale per le start-up innovative, permettendone la sopravvivenza nelle prime fasi critiche di sviluppo e favorendone la rapida crescita nel medio-lungo termine, al contempo consentendo ai fondi di realizzare ritorni finanziari interessanti. Se tradizionalmente i fondi di VC investono con obiettivi puramente finanziari, la necessità di sostenere imprese ad impatto sociale e ambientale ha portato allo sviluppo di fondi di VC ad esse dedicati.

I venture capital governativi (GVC) sono fondi pubblici che utilizzano risorse pubbliche (statali o regionali) per sostenere le imprese con capitale di rischio. Questi fondi, spesso affiliati a banche di sviluppo, allineano i loro obiettivi con quelli delle politiche pubbliche, come i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), e mirano a colmare lacune di finanziamento per innovazioni che potrebbero migliorare il benessere collettivo.

Parallelamente, i venture capital a impatto sociale (SIVC) sono fondi privati che investono con la duplice finalità di generare un ritorno finanziario e di avere un impatto positivo misurabile. A differenza dei fondi tradizionali, i SIVC includono criteri ambientali e sociali nei loro processi decisionali, rispondendo così all’interesse crescente di investitori che richiedono investimenti più sostenibili.

 

I dati dello studio

Il nostro studio, condotto su un campione di oltre 15.000 start-up finanziate da venture capital tra il 2015 e il 2023, esplora il ruolo dei fondi GVC e SIVC nell’ecosistema finanziario delle imprese orientate all’impatto sociale e ambientale.

I dati sono stati raccolti da Dealroom, un database globale che monitora oltre 3 milioni di start-up e circa 200.000 investitori. Le start-up sono state classificate come “ad impatto” se il loro modello di business ha la potenzialità di contribuire al raggiungimento degli SDG legati allo sviluppo sociale o ambientale. SDG legati all’impatto sociale sono l’SDG 1 (“sconfiggere la povertà”), l’SDG 2 (“sconfiggere la fame”), l’SDG 3 (“salute e benessere”), l’SDG 4 (“istruzione di qualità”), l’SDG 5 (“parità di genere”), l’SDG 7 (“energia pulita e accessibile”), l’SDG 11 (“città e comunità sostenibili”), e l’SDG 16 (“pace, giustizia e istituzioni solide”). SDG ambientali sono invece l’SDG 6 (“acqua pulita e servizi igienico-sanitari”), l’SDG 13 (“lotta contro il cambiamento climatico”), l’SDG 14 (“vita sott’acqua”) e l’SDG 15 (“vita sulla terra”).

Un laborioso lavoro di classificazione manuale ha consentito anche di classificare i fondi di VC che hanno investito nelle 15.000 start-up del database, in VC tradizionali (TVC), in GVC (fondi a controllo pubblico con finalità di interesse comune) e in SIVC (investitori con una esplicita missione di impatto sociale o ambientale). Le start-up sono state quindi analizzate rispetto alla probabilità di ricevere finanziamenti dai diversi tipi di fondi, o da più di un tipo di fondo contemporaneamente (co-investimenti).

 

I risultati principali: il supporto ai progetti orientati all’impatto e il ruolo della composizione dei sindacati di investimento

I risultati mostrano come le start-up orientate all’impatto abbiano più alta probabilità di attrarre investitori GVC (+5.4%) e SIVC (+12.6%), mentre abbiano più difficoltà ad attrarre fondi tradizionali TVC (-7.7%). Più specificamente le start-up con obiettivi sociali (ad esempio, lotta alla povertà o parità di genere) hanno una probabilità più alta di ottenere finanziamenti dai GVC, mentre quelle con finalità ambientali (come la riduzione delle emissioni di CO2) sono più attraenti per i SIVC.

L’analisi mostra inoltre che le start-up orientate all’impatto tendono a ottenere finanziamenti congiunti da diversi tipi di investitori. Per esempio, le start-up orientate a obiettivi sociali hanno maggiori probabilità di ottenere finanziamenti congiunti dai GVC e dai TVC, mentre le imprese con una missione ambientale ottengono più facilmente finanziamenti congiunti da SIVC e TVC.

Lo studio rileva come il coinvolgimento di GVC e SIVC aumenti la probabilità che le start-up ad impatto riescano ad accedere a fondi tradizionali (TVC), i più ambiti. Una possibile spiegazione è che i fondi GVC e SIVC riescano ad aumentare la credibilità delle start-up con missioni sociali o ambientali, e a mitigare i rischi percepiti dagli investitori tradizionali, spingendoli a sostenere progetti che potrebbero risultare rischiosi in ottica di mercato. In altre parole, GVC e SIVC sembrano catalizzare investimenti tradizionali TVC verso le imprese ad impatto.

 

Le implicazioni pratiche

Lo studio mette in luce come l’orientamento all’impatto sia un fattore decisivo per attrarre investimenti dai fondi governativi e a impatto sociale. Questi fondi non solo supportano direttamente le start-up a impatto, ma potrebbero giocare il ruolo di “ponte” verso il capitale di rischio tradizionale.

Per le start-up impegnate in progetti sociali e ambientali, GVC e SIVC rappresentano un’opportunità per diversificare le fonti di finanziamento e accedere a capitali che, altrimenti, sarebbero difficili da ottenere. Infine, il nostro studio suggerisce che le politiche pubbliche e i fondi a impatto possono collaborare efficacemente per stimolare l’innovazione sostenibile, contribuendo così a creare un ecosistema imprenditoriale in grado di rispondere alle sfide globali.

Un approfondimento di queste tematiche è disponibile nell’articolo originale, pubblicato su Finance Research Letters nell’ottobre del 2024 (LINK).

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