Le metriche ESG delle imprese quotate stanno migliorando
Di Kolade Sunday Adesina, Michela Rancan, Daniela Vandone, Anita Quas
La combinazione di pressioni normative, di mercato e sociali, sta migliorando la sostenibilità delle aziende. È quanto emerge da una nostra ricerca, secondo la quale le imprese stanno effettivamente migliorando nel tempo i parametri con i quali è possibile valutare l’impatto della sostenibilità complessiva delle loro pratiche, le cosiddette metriche ESG (Environmental, Social and Governance), registrando risultati significativi in termini di maggiore trasparenza, responsabilità e sostenibilità ambientale. Le aziende, insomma, sono sempre più consapevoli del fatto che affrontare le questioni ESG può contribuire anche a mitigare e gestire i rischi legati ai fattori ambientali, sociali e di governance che possono riguardarli, salvaguardando la propria reputazione e le proprie performance finanziarie, e migliorando la propria sostenibilità nel lungo periodo.
In effetti, negli ultimi due decenni, l’interesse verso le pratiche ambientali, sociali e di governance è cresciuto a livello globale. In uno scenario sempre più segnato da eventi climatici estremi, emergenze pandemiche e crisi economiche e sociali, la transizione verso un’economia sostenibile è di fondamentale importanza per raggiungere una crescita duratura e garantire la competitività a lungo termine dell’economia.
L’Unione Europea è all’avanguardia in questo processo di cambiamento e negli ultimi anni ha realizzato numerose riforme finalizzate alla transizione sostenibile. Con il suo impegno per la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050, le misure strutturali legate al Green Deal Industriale e la definizione di una roadmap per la Finanza Sostenibile, l’Europa sta infatti lavorando alla creazione di un sistema economico-finanziario sempre più sostenibile, mirato a rendere le aziende consapevoli e responsabili del loro impatto sul pianeta.
Tra le altre misure adottate, nel 2022 il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva sulla Rendicontazione della Sostenibilità Aziendale (CSRD) che sviluppa gli obblighi di rendicontazione delle informazioni non finanziarie, e che prevede un più attento monitoraggio delle politiche ESG con particolare riferimento al contenimento dei rischi, alla definizione di strategie di sostenibilità e al rafforzamento dei modelli di business.
Per comprendere e analizzare gli effetti e le ricadute di queste azioni, i ricercatori hanno analizzato lo stato della rendicontazione ESG di 910 aziende europee quotate (di cui 111 aziende italiane) nel periodo 2010-2022. I dati raccolti mostrano come nel corso del tempo si sia registrato un numero crescente di società che riportano informazioni ESG e un aumento complessivo del valore medio delle metriche ESG, anche se permane una certa eterogeneità sia a livello di Paese che di settore.
In Italia, la Lombardia presenta il maggior numero di aziende che riportano dati ESG, mentre il settore più popolato è quello finanziario. Il valore medio dei punteggi ESG delle aziende Italiane è superiore ai livelli medi europei. I valori più elevati del punteggio ESG sono guidati dai punteggi dei pilastri Sociale e Governance, mentre il pilastro Ambientale è mediamente più basso per le aziende italiane rispetto alle aziende europee. La maggior parte delle regioni mostra punteggi ESG vicini al livello medio del Paese, con poche eccezioni, come il Friuli-Venezia Giulia che mostra il punteggio ESG combinato più alto e la Puglia che mostra il più basso, oltre che un numero di imprese con rating ESG molto limitato.
Maggiori dettagli sono ricavabili dal rapporto integrale, consultabile al seguente LINK